Il nostro cuore batte senza un attimo di tregua, per tutta la vita. Si muove con un ritmo armonioso e deve battere sempre in modo ordinato.
Quando il sistema elettrico che lo governa invecchia il ritmo può diventare irregolare causando Fibrillazione atriale, aritmia che si verifica nell’atrio, camera alta del cuore. Un cuore che fibrilla perde efficienza, fa mancare sangue e nutrimento al cervello, al cuore stesso, a tutti gli organi.
La Fibrillazione Atriale può essere riconosciuta e curata se provoca sintomi spesso sottovalutati o non riconosciuti, finché gli Emboli causano Ictus o l’aritmia si trasmette al ventricolo (camera bassa) del cuore e ne provoca l’arresto.
Per questo è importante riconoscerla ma per riuscirci bisogna prima conoscerla, sapere che esiste,
quando sospettarla, a che età e in quali situazioni è probabile o possibile e che fare.
Alcuni pazienti sentono che il cuore batte con un ritmo irregolare e scomposto, sentono “il cuore in gola”, soffrono di capogiri, fiato corto per sforzi anche lievi, come salire le scale o fare pochi passi. Altri invece hanno sintomi sfumati, o transitori e non li riconoscono o li sottovalutano. La diagnosi viene confermata dal medico con un ECG – elettrocardiogramma, ma il paziente può esserne sentinella mettendo due dita della mano destra sul polso sinistro, un gesto talmente semplice che può essere fatto anche da un bambino e che tutti dovrebbero conoscere e saper fare.
Per sentire il ritmo del cuore:
1) Sedetevi tranquilli per qualche minuto
2) Poggiate due dita della mano destra sul polso sinistro, alla base del pollice, premendo delicatamente finché sotto i polpastrelli si percepisce il battito del cuore
3) Si contano i battiti del cuore in 15 secondi e si moltiplica per 4: si ottiene la frequenza cardiaca espressa come bpm – battiti per minuto
Una volta riconosciuta e diagnosticata è importante curarla come si deve, con farmaci e provvedimenti appropriati.
È improbabile che possa scomparire da sola: può diventare più lenta, o dare meno sintomi, se il paziente prende con costanza i farmaci prescritti o si sottopone a procedure efficaci, indicate dal cardiologo, che ripristinano il ritmo ordinato. Solo in casi rari scompare in modo definitivo. Sarà il medico a suggerire farmaci e rimedi idonei a ridare al cuore, almeno in parte, l’efficienza perduta.