La Trombosi è un evento causato dalla formazione di un coagulo di sangue in un punto e in un momento in cui non si sarebbe dovuto formare. Ognuno di noi eredita dai propri genitori un assetto della coagulazione del sangue che può essere equilibrato oppure fragile. Su una eventuale “predisposizione” si inseriscono fattori transitori, come l’allettamento e gli interventi chirurgici, che spingono il sangue a coagulare prima e più del normale. Quando il sangue tende a coagulare più rapidamente del normale, si può formare un trombo, in qualunque momento, in qualunque vena, non necessariamente nel lato operato. La chirurgia aumenta di per sé la probabilità di Trombosi, non per tutti nello stesso modo: chi rischia di più deve proteggersi meglio e più a lungo.
Trombosi e chirurgia: una relazione pericolosa
Quando il chirurgo incide i tessuti con il bisturi, mette il sangue a contatto con sostanze che lo confondono e lo spingono a coagulare. Quando si è in buona salute e si cammina, i muscoli delle gambe spingono il sangue verso il cuore. Il paziente operato invece rimane immobile a letto per qualche giorno, o qualche settimana: l’attività muscolare si riduce, la circolazione del sangue rallenta e il rischio di Trombosi aumenta. Inoltre, i tessuti operati sono infiammati, e questo aumenta ulteriormente la tendenza del sangue a coagulare e a formare trombi soprattutto nella parte venosa del nostro sistema circolatorio. La Trombosi venosa profonda e l’Embolia polmonare colpiscono senza causa una persona su 10.000 ogni anno, e dopo i 60 anni una persona su 1000. Nei pazienti sottoposti a chirurgia la probabilità di Trombosi aumenta vertiginosamente: un paziente su due, se non venisse protetto, svilupperebbe una Trombosi o un’Embolia polmonare, malattie gravi che non sempre danno sintomi clamorosi; quindi, spesso sfuggono al sospetto o alla diagnosi, finché non fanno danni gravi, a volte irreparabili.
Chi rischia di più?
Tutte le persone che si sottopongono a un intervento di chirurgia, soprattutto se toracica, ortopedica addominale, e hanno più di 40 anni corrono il rischio di avere una Trombosi venosa. Alcuni rischiano più di altri, in funzione di molti fattori. Il rischio aumenta se il paziente: ha già avuto una Trombosi; ha uno o più parenti consanguinei che hanno avuto Trombosi venosa o Embolia polmonare; ha una malattia cronica del cuore o dei polmoni (scompenso, bronchite cronica, enfisema); l’intervento chirurgico viene fatto per malattia infiammatoria (colecisti, calcoli renali, diverticoli) o proliferativa, come i tumori; assume terapia ormonale anticoncezionale o sostitutiva in menopausa (può darsi che il medico chieda di sospendere la terapia ormonale prima dell’intervento) o altra terapia ormonale per diversa indicazione; ha vene varicose; è sovrappeso oppure obeso; non è in grado di muoversi subito dopo l’intervento; ha fatto un viaggio in treno o in aereo di durata maggiore di 3 ore nelle 4 settimane precedenti l’intervento; ha più di 60 anni; ha uno squilibrio della coagulazione del sangue in senso procoagulante (Trombofilia).
Si può ridurre il rischio?
SI. Con sistemi meccanici che aiutano il sangue a ritornare rapidamente al cuore attraverso le vene profonde e a non ristagnare nelle vene superficiali: calze elastiche e macchine per la compressione pneumatica intermittente (in ospedale). Questi sistemi riducono il rischio di Trombosi di per sé, a maggior ragione se usati insieme ai farmaci. Senza profilassi farmacologica una persona su due fra coloro che si sottopongono a un intervento di chirurgia, in particolare ortopedica, potrebbe sviluppare una Trombosi venosa profonda o, peggio, un’Embolia polmonare.
Prevenire le malattie da Trombosi si può, si deve: un paziente informato e attento può migliorare l’efficacia della prevenzione è un investimento ad alto ritorno, per i medici, per i pazienti, per le nostre famiglie, per l’economia del nostro Paese.
Per approfondimenti leggere SALTO Trombosi e Chirurgia.
“Dai un taglio alla Trombosi” è il messaggio promosso da ALT per informare e sensibilizzare giovani e adulti a riconoscere i sintomi della Trombosi e ridurre i fattori di rischio. Campagna realizzata con il contributo di Cardinal Health. ALT ringrazia.