I ricercatori hanno seguito nel tempo 1000 neozelandesi, misurando il consumo di cannabis dai 18 anni in avanti, fino ai 38 anni: le persone sono state sottoposte a test di valutazione dell’intelligenza durante l’infanzia, prima che cominciassero a usare le sostanze stupefacenti, e sono state rivalutate all’età di 38 anni l’uso di “canne” con una frequenza di Quattro alla settimana si correla con un declino neuropsicologico rilevabile all’età di 38 anni, particolarmente accentuato quando la dipendenza si era instaurata durante l’adolescenza , con una perdita netta di 8 punti di QI, e questo a prescindere dal livello di scolarità e dall’abitudine al fumo di sigaretta o al consumo di altre droghe
Barbara Geller, ricercatrice del Journal Watch Psychiatry, ha dichiarato: “la convinzione che la cannabis in fondo sia innocua e faccia meno male degli alcoolici è stata smentita da questa ricerca e dai risultati di tutti gli studi recenti che dimostrano che i ragazzi che consumano abitualmente queste sostanze sono psicolabili e più facilmente inclini a sviluppare psicosi nell’età adulta, soprattutto se hanno iniziato nell’adolescenza.