Oggi, 14 novembre, si celebra la Giornata mondiale del diabete promossa dalla International Diabetes Federation. Il tema della Giornata mondiale di quest’anno pone l’attenzione sulle cure per il diabete. Milioni di diabetici in tutto il mondo, infatti, non hanno accesso alle cure e chiedono supporto continuativo per gestire la loro condizione ed evitare complicazioni.
ll diabete fa parte della squadra dei killer che minacciano la salute del nostro cuore, delle nostre arterie, del nostro cervello, delle nostre vene: è subdolo e diffuso, troppo spesso viene riconosciuto tardi.
Conoscerlo, sapere come si manifesta, come usare i farmaci, come correggere i fattori di rischio suoi complici permette di salvare la vita. Da dove possiamo iniziare? Alcuni miglioramenti nello stile di vita, come ridurre il sovrappeso e aumentare l’attività fisica, non solo non costano nulla ma aiutano nella prevenzione. Diabete e sovrappeso, o addirittura obesità, sono infatti complici nel provocare malattie cardiovascolari. Il peso può essere controllato e ridotto, se si vuole: il diabete può essere sospettato, diagnosticato, curato per evitarne le conseguenze. Fra i diabetici adulti 80 su 100 sono sovrappeso o obesi.
La probabilità che una persona sovrappeso sviluppi diabete aumenta rispetto a chi ha un peso ideale. Non sappiamo se esiste una relazione causa-effetto fra obesità e diabete e viceversa, ma sappiamo che fra i meccanismi che producono le due malattie ci sono molti punti di contatto.
Cos’è quindi il diabete? È una malattia grave e inguaribile, provocata da un disordine metabolico: lo zucchero (glucosio) circola nel sangue ma non arriva a destinazione nelle cellule. I principali tipi di diabete sono: di tipo 1 e di tipo 2. Il primo compare di solito prima dei 30 anni, in particolare nell’infanzia: è causato da un anormale comportamento del sistema immunitario che distrugge le cellule beta delle isole di Langerhans presenti nel pancreas addette a produrre insulina.
Il diabete di tipo 2 compare quasi sempre in età adulta e, in un caso su tre, in persone ipertese e sovrappeso: il pancreas produce insulina in quantità insufficiente o incapace di trasportare lo zucchero a destinazione o di farsi “sentire” dalle cellule che devono accettare il carburante. Si associa a un’alta probabilità di malattie cardiovascolari. L’esordio del diabete può essere lento e subdolo (soprattutto nel diabete di tipo 2) oppure acuto (diabete di tipo 1).
I sintomi più tipici sono:
• perdita di peso, aumento della sete
• aumento della quantità di urina.
Spesso è invece asintomatico e la diagnosi viene posta al riscontro occasionale di glicemia leggermente superiore ai valori normali (126 mg/dl) o di glicosuria. Il prelievo per la determinazione della glicemia deve essere fatto a digiuno e ripetuto in almeno tre controlli, insieme al dosaggio dell’insulinemia. Questa è la quantità di insulina nel sangue. Serve a capire quali possono essere le cause di una ipoglicemia, ovvero di una scarsità di glucosio nel sangue. Si effettua, dopo aver prelevato un campione di sangue, come in una qualunque altra analisi del sangue, con la sola raccomandazione che va effettuata a digiuno da 8-12
ore ed evitando stress psicofisico nelle ore immediatamente precedenti il prelievo.
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