È possibile che alcuni farmaci assunti abitualmente dai malati di cuore, per esempio le statine, riducano l’efficacia del vaccino antinfluenzale?
Le statine sono farmaci che abbassano il colesterolo e sono particolarmente importanti in pazienti che hanno sofferto di infarto, di cardiopatia ischemica, di aterosclerosi, di diabete o di ipertensione e che dunque, avendo un alto rischio di nuovi eventi, devono essere protetti in modo accurato.
Nel dubbio che tali farmaci possano in qualche modo interferire con l’efficacia del vaccino antinfluenzale, è stato realizzato uno studio, pubblicato in questi giorni, che ha valutato 7mila pazienti anziani vaccinati contro l’influenza. L’indagine aveva lo scopo di misurare il livello degli anticorpi prodotti dopo la vaccinazione, indice del grado di protezione nei confronti dell’ attacco del virus: dallo studio è emerso che i pazienti che assumevano statine avevano una concentrazione di anticorpi molto più bassa rispetto agli altri pazienti.
Un secondo studio ha affrontato il tema registrando quanti casi di broncopolmonite si fossero verificati in pazienti vaccinati, confermando una più alta frequenza di broncopolmoniti in pazienti vaccinati e in terapia statinica rispetto a quelli solo vaccinati.
Si tratta, va sottolineato, di osservazioni preliminari che in nessun modo, per ora, devono cambiare l’atteggiamento del medico nei confronti del paziente per il quale le statine sono necessarie. Tuttavia il paziente va avvertito dell’eventualità che il vaccino possa non essere completamente efficace e dell’opportunità di mettere in atto precauzioni aggiuntive che contribuiscano a difendersi dal’attacco del virus. Per esempio facendo particolare attenzione ad evitare luoghi chiusi, molto affollati o nei quali si fuma, o al contatto diretto con persone con febbre e forse già colpite dall’influenza, in modo da contribuire a ridurre la probabilità di essere contagiati dal virus.
Fonte Journal of Infectious Diseases