Siamo così abituati ad associare la trombosi agli anziani che non ci rendiamo conto di quanto in realtà il rischio esista per ogni età, con frequenza diversa, persino nel bambino e nel neonato.
La storia del piccolo Saverio vuole essere un esempio per diffondere la conoscenza di un evento rarissimo e poco conosciuto in età pediatrica e che sta ricevendo sempre maggiore attenzione da parte della comunità scientifica internazionale.
“Dopo pochi giorni dalla nascita del nostro piccolo, abbiamo saputo che il suo intestino aveva un difetto che doveva essere corretto con un intervento chirurgico: aveva solo pochi giorni di vita e l’idea di portarlo in sala operatoria ci spaventavamo moltissimo, ma era l’unica chance. A consolarci, il pensiero di averlo lasciato in ottime mani. Dopo l’intervento sembrava che tutto andasse per il meglio: pochi giorni dopo Saverio ha avuto una trombosi in una vena molto importante della gamba. Trombosi: una parola che non avevo mai sentito nominare prima e che per questo pensavo fosse una malattia inguaribile. Da subito ho cercato informazioni, volevo capire perché fosse capitato proprio a lui. Grazie ai dottori Saverio è stato curato bene, con farmaci anticoagulanti che rendono il suo sangue più fluido del normale, anche se purtroppo devono essere somministrati con iniezioni sottocute: è stata una pena vedere un bambino così piccolo bucherellato dagli aghi tutti i giorni. Il trombo però si è sciolto, ora il nostro bambino è guarito e oggi sta benissimo, gioca con noi e con i tanti suoi amici di classe. Dopo quello che ci è capitato abbiamo continuato a fare degli esami per capire ancora più a fondo le cause. Adesso sappiamo che la trombosi colpisce anche i bambini, non solo gli anziani, ma può essere curata bene, se riconosciuta in tempo. E non abbiamo più paura perché la conosciamo”