Un viaggio diretto Bari – Roma per il weekend di shopping con la mia mamma. Era un po’ di tempo che lo programmavamo ma, senza dirmi davvero il perché, ogni scusa era buona per rimandare. Tutte e due non vedevamo l’ora di ritagliarci il tempo tutto per noi, una capitale tutta per noi e, finalmente per il suo 65esimo compleanno, finito il turno andai a prenderla in stazione. Cenetta a due nel ristorante del cuore e poi riposo, il giorno dopo avevo messo giù una bella tabella di marcia con tante tappe, quelle dei nostri negozi preferiti. Non fu così, vedevo che a ogni vetrina si fermava, ma non erano i nostri negozi prediletti, non c’era niente da vedere, anche perché non guardava veramente la vetrina.
Alla terza tappa, capì che c’era qualcosa che non andava. Per fortuna il mio occhio clinico mi invitò ad approfondire il caso. Optai per un pranzo sano ma veloce e poi iniziai a farle il terzo grado. Decisi di farle fare un ecodoppler, esami di routine (non li faceva da tre anni), decisi di prolungarle il soggiorno qui da me e così che le fu diagnosticato l’arteriopatia periferica (o PAD) detta anche “MALATTIA DELLE VETRINE”, causata da un restringimento delle arterie.
Fumo, diabete, colesterolo alto già da troppo tempo e omocisteina alta, erano assolutamente da rimettere in ordine. In parallelo iniziò la terapia, cambiò il suo stile di vita con la promessa di non tenere più segreti e goderci più tempo insieme nella nostra amata capitale.